Calaiò: difficile aspettarsi di più dal Palermo, qualche tifoso rosa ha legato al dito mie scelte su Catania

Emanuele Calaiò palermitano ex giocatore del Catania, ha parlato del Palermo
L’ex giocatore di Catania, Napoli e Parma, Emanuele Calaiò ha parlato di Palermo e della sua attuale situazione in campionato. L’attaccante palermitano ha detto chiaramente che la posizione del Palermo è quella pronosticata, anzi, l’attuale situazione e migliore di quella che avrebbe dovuto essere. Così parla Calaiò ai microfoni di PianetaSerieB.
Un amore mai nato con la tifoseria rosanero, per via del suo passato da giocatore del Catania, e infatti durante l’intervista c’è spazio anche per questa tematica.
Aspettarsi di più dal Palermo? No, tutt’altro ha già fatto tanto rispetto alle aspettative. Nella passata stagione nessuno si sarebbe mai aspettato la promozione in B: la squadra fu costruita con pochissime risorse, a due lire, e c’era incertezza sul fronte societario. Quest’anno, con la nuova proprietà, sono arrivati calciatori di qualità ma non è facile imporsi in Serie B. Il punto di forza dei siciliani è avere una tifoseria passionale e spettacolare, ma la stagione potrebbe continuare a nascondere delle insidie
I palermitani non hanno mai accettato le sue scelte, e il suo arrivo a vestire la maglia del Palermo è stato vicino almeno due volte, ma poi non si è concretizzato
Qualche tifoso palermitano ha deciso di legarsi al dito la mia esperienza lì – A Catania – mostrando un po’ di astio, ma è chiaro che quando sei un calciatore professionista non pensi alla rivalità che c’è fra le tifoserie.
So quanto è difficile per un palermitano vestire la maglia del Palermo è sempre stato un mio pallino ma probabilmente il destino ha voluto così. Un piccolo rimpianto c’è sicuramente, ma il mancato approdo in rosanero non è dipeso da me. Ci sono state due opportunità. Quando lasciai Pescara, l’ultimo giorno di mercato il mio procuratore mi disse che c’era Zamparini al telefono, ma da buon siciliano decisi di mantenere la parola data al Napoli prima. Nella seconda occasione, in panchina c’era Bruno Tedino e stavo per firmare un contratto triennale. Poi il Parma non riuscì ad ingaggiare un’alternativa e la mia avventura in Emilia proseguì con un campionato che valse la promozione in A
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