Ex capitano rosanero, De Rose attacca il City Group: Accordi non mantenuti, non resto a ricevere l’elemosina

L’ex capitano De Rose non le manda a dire e alza la voce contro la società che ha prelevato il Palermo
Francesco De Rose, ex capitano del Palermo, dalla D alla B con i rosanero oggi parla del suo addio. I suoi non sono affatto sassolini da togliere dalle scarpe, De Rose ha dei macigni da lanciare contro le scelte e le promesse fatte dalla società rosanero. Non le manda a dire di certo, e tramite il “Giornale di Sicilia” attacca frontalmente il City Football Club.
Nella sua lunga intervista, l’ex capitano rosa non parla solo di se stesso, menziona anche gli ex compagni e il suo ex allenatore, Silvio Baldini.
Leggendo l’intervista, si capisce chiaramente, il dispiacere di De Rose, un giocatore sicuramente attaccato alla maglia e alla piazza di Palermo.
Sul suo addio, non usa mezzi termini: “non resto a ricevere l’elemosina da nessuna parte” – spiega nell’intervista” e poi prosegue “Di accordi ce n’erano tanti, però non porto rancore. Vado avanti a testa alta, ringrazio la gente e i miei compagni“.
Parole di sicuro effetto, che mettono in risalto la volontà della nuova società nei confronti dello zoccolo duro della squadra, riportando a vecchie dichiarazioni di Baldini, quando fece riferimento ai rinnovi contrattuali dei vecchi rispetto ai contratti stipulati ai ‘nuovi’.
L’addio di Francesco De Rose al Palermo
So di aver dato tutto, poi non rimango mai in posti dove non sono ben accetto. Sono decisioni della società, la verità è quella. Uno che vince un campionato da capitano e poi va via è una cosa un po’ anormale, loro hanno preso le loro decisioni. Per quanto riguarda me, non resto a ricevere l’elemosina da nessuna parte. Amerò per sempre Palermo, rimarrà sempre nel cuore mio e della mia famiglia. Il mio contributo l’ho dato e se un giorno il Palermo andrà in Serie A, mi piacerebbe essere ricordato come uno che ha fatto la propria parte. Promesse non mantenute? Di accordi ce n’erano tanti, però non porto rancore. Vado avanti a testa alta, ringrazio la gente e i miei compagni, poi la società nuova fa le scelte che ritiene più opportune. Me ne sono andato così come sono venuto, in silenzio
La vecchia guardia, fatta di uomini prima che di giocatori
L’ex capitano rosanero, fa una breve disamina anche sui suoi ex compagni della vecchia guardia, messi un pò da parte per i nuovi, ma che oggi sono diventati determinanti.
Il riferimento è per Nicola Valente e Ivan Marconi, due giocatori dello zoccolo duro, che hanno avuto qualche problema nelle scelte del mister. Due giocatori che piano piano, hanno riconquistato il loro posto da titolare, forse tolto senza accurate riflessioni.
Stanno facendo bene, sono ragazzi che tengono al Palermo e si sono aggiunti giocatori di categoria superiore. La vecchia guardia ha creato un gruppo importante, una sorta di famiglia che ora sta andando avanti da sola, specialmente nei momenti più difficili. Si è visto adesso, chi è che è riuscito ad emergere. Sono uomini prima che calciatori. Chi è rimasto oggi sta facendo vedere risultati. La società aveva fatto delle scelte, forse senza conoscerci bene, ma alla fine parla sempre il campo e se andiamo a vedere chi sta rendendo meglio, adesso, è chi faceva parte della vecchia guardia. Valente e Marconi? Sanno cosa vuole il pubblico, conoscono la gente, conoscono l’attaccamento della piazza. Nel calcio contano le motivazioni, ogni anno bisogna mostrare il proprio valore e non conta quante partite hai giocato in serie A o in serie B”
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