Il Palermo ha bisogno di geometrie a centrocampo, l’interprete non manca ma quando gioca?

Palermo cercasi geometrie in mezzo al campo, quando mettere in campo il cervello?
Il Palermo FC nelle ultime settimane, ha utilizzato un centrocampo più di muscoli e gambe, qualcosa si è mosso ma sicuramente non è abbastanza.
Un centrocampo con Broh, Gomes e Segre da sicuramente dinamismo ma diventa sterile in fase di idee. Per questo motivo, il Palermo di Corini ha bisogno di qualcuno che detti le linee di passaggio del pallone, quelle geometrie che nella carta dovrebbe avere un giocatore, fiore all’occhiello del calcio mercato estivo, Leo Stulac.
L’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, fa delle riflessioni proprio su questo tema. Le geometrie che mancano alla squadra di Eugenio Corini.
Inutile fare paragoni con il cammino della scorsa stagione, quando il Palermo in trasferta vinse le ultime sei gare giocare, due a chiusura della regular season e tutte quelle disputare durante i playoff. Da allora è cambiato tutto: il campionato, l’allenatore, la squadra. La qualità degli avversari, il modo di stare in campo, perfino la proprietà. Inizialmente Corini aveva provato a dare al Palermo un’impostazione offensiva, cercando di recuperare palla già nella metà campo avversaria, ma col passare delle settimane e il susseguirsi delle sconfitta certe convinzioni sono venure meno, è subentrata la paura, il pallone è cominciato a diventare pesante e Corini ha dovuto provare strade alternative che finora non hanno dato esiti importanti.
Il problema? A centrocampo: poco filtro e pochi rifornimenti per gli attaccante. E così, Corini ha deciso di rinunciare a un po’ di qualità, togliendo Stulac e Saric, per inserire più muscoli e corsa, con Gomes e Broh. Così facendo però il Palermo è diventato ancora più prevedibile, come si è visto col Cittadella. L’impressione è che attualmente la coperta sia corta e che la crescita del Palermo passi necessariamente dal pieno di recupero dell’unico centrocampista in organico capace di dare geometrie.
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