Pioli a Sky, parla del suo esonero al Palermo: Zamparini ebbe ragione a farlo, vi spiego il motivo

Pioli attuale tecnico del Milan parla del suo esonero avvenuto a Palermo

Stefano Pioli anche lui fu un allenatore del Palermo di Zamparini e anche lui è stato esonerato un pò come tutti gli allenatori che sono passati dalla Sicilia su sponda rosanero gestista da Zamparini. Pioli non riuscì a giocare neanche una partita di campionato. Un Palermo che arrivava da una finale di Coppa Italia persa contro l’Inter. Con una pizza che ancora aveva in mente il precedente allenatore; Delio Rossi e una squadra da rinfondare. Pioli era arrivato in un momento particolare. Si giocò la qualificazione dell’Europa League che non riuscì a conquistare non riuscendo a vincere contro il THUN. Subito dopo prima dell’inizio del campionato arrivò l’esonero di Zamparini.

Lo stesso Pioli spiega il motivo di quell’esonero che lui stesso ha reputato giusto. Un esonero corretto secondo l’attuale tecnico campione d’Italia: Zamparini fu diretto e aveva ragione – dichiara Pioli -.

Esonero? Come ti arriva, è una mazzata. Ti impediscono di portare avanti o concludere qualsiasi lavoro e all’inizio ho sempre ritenuto ingiusti tutti, salvo quello di Palermo. Passato il dolore, provi a spiegarti i motivi e decidi le cose da portarti avanti e quelle no. Palermo? Venimmo eliminati dal Thun ai preliminari di Europa League, con due pareggi da favoriti. Quindi c’erano già difficoltà, dovevamo giocare a Novara sul sintetico e io in pratica non mi ero inserito nell’ambiente. Sarà che la squadra veniva da una finale di Coppa Italia persa un mese prima, sarà che c’era un nucleo da cambiare, ma sentivo di non essere entrato nella testa dei giocatori. Quindi Zamparini mi dice che c’era sciopero e non si giocava la prima di campionato. Gli dico di fare un’amichevole, mi dice che ci aveva già pensato lui, con il Napoli. Lavezzi, Cavani, Hamsik… Perdiamo 3-1. Poi torno al centro sportivo, vedo telecamere e giornalisti… I magazzinieri, entrato dentro, mi abbracciano. Mi chiama il presidente e mi raggiunge da Mondello, durante un aperitivo assieme mi ha detto che aveva delle sensazioni e che mi avrebbe esonerato comunque, alla prima sconfitta. Meglio farlo subito e avrei trovato squadra, gli ho detto che aveva ragione. Un mese dopo mi ha chiamato il Bologna e sono ripartito. Lui è stato così corretto e diretto che ci siamo continuati a sentire per tanto tempo

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