Quando il Manchester City non era di Mansur e mancavano le porte dei bagni

Un tempo il Manchester City non era come oggi lo conosciamo, senza porta nei bagni e con gli attrezzi da palestra arrugginiti
Il Manchester City, oggi è una delle squadre più forti d’Europa, più ricca e più organizzata. Gestita dalla holding City Football Club, nata dallo sceicco Mansur bin Zayd Al Nahyan. Inutile dire tutte le cariche che ricopre lo sceicco, ne citeremo soltanto due per far capire lo spessore. Lo sceicco Mansur è Presidente della Compagnia Internazionale degli Investimenti petroliferi e Presidente della First Gulf Bank, la più grande banca per asset negli Emirati Arabi Uniti.
E’ stato confermato inoltre che nel 2008 insieme ad altri investitori del vicino oriente, ha acquistato per un valore di 3,5 miliardi di sterline il 16,3% della Barclays la seconda più grande banca della Gran Bretagna. Ma come mai lo sceicco ha comprato il Manchester City questa è la domanda che molti ancora oggi si fanno. La risposta non è complicata da capire. Dietro al mondo del calcio, specialmente nella Premiel League oltre a girare tantissimi soldi, la forza d’immagine è tanta. La visibilità che può dare un campionato come la Premier è un valore inestimabile per gli investitori.
Fatta questa piccola premessa, che serve a inquadrare la forza economica del personaggio Mansur, torniamo al Manchester City.
Il Manchester City venne acquistato nel 2008, prima di quel momento, la società dei Citizen navigava in bruttissime acque economiche, al punto da non riuscire a pagare il personale e dover portare da casa il materiale di cancelleria.
Le condizioni del City erano note a tutta la Premier League.
Il racconto di Vincent Kompany, bandiera della squadra arrivato nel 2008 e ha concluso la carriera proprio al City nel 2019.
Ecco, quando lui arrivò al City, la squadra non era stata ancora prelevata dal City Club. – l’acquisizione avvenne la settimana successiva –
Kompany non trovò il City di Pep Guardiola con un quartier generale come quello dell‘Etihad Campus.
Il Manchester City non aveva le porte per i bagni
Secondo il racconto del difensore belga, lui firmò il contratto prima di vedere il campo di allenamento, firmò in un piccolo ufficio pieno di scatoloni. – difficile da immaginare –
Kompany racconta il suo ricordo della prima volta che si recò in bagno. Rimase incredulo nel vedere la porta del bagno staccata dal telaio, non c’era come chiudersi dentro.
Ma non finisce qui, la palestra dove fare allenamento muscolare era inutilizzabile, i macchinari erano con la ruggine e un povero sacco di Boxe era totalmente aperto al centro come se qualcuno lo avesse tagliato con una spada. Inoltre i riscaldamenti non funzionavano bene.
Ricordo quando andai in bagno per la prima volta: la porta era scardinata, quasi appesa. Ho pensato che fosse piuttosto interessante, in termini di intimità. In palestra invece c’era una macchina con i pesi impossibili da sollevare tanta era la ruggine. Il sacco da boxe era tagliato in mezzo come se qualcuno l’avesse affettato con una spada da samurai. E faceva freddo
Vincent Kompany
Tra i racconti dei primi anni del City Group c’è anche quello di Yaya Tourè, anche questo un racconto abbastanza curioso.
Lui arrivò al City nel 2010, quindi lo sceicco era già arrivato e i primi giocatori erano stati comprati. – Robinho ad esempio fu il primo colpo dello sceicco, arrivato dal Real Madrid per una cifra di 42 milioni di euro, fu l’acquisto più alto del City fino a quel momento –
Torniamo al racconto di Tourè, anche lui conobbe il centro allenamento di Carrington dove appunto si allenava la squadra, ovviamente erano stati investiti 500mila sterline per renderlo migliore rispetto al passato e rinnovarlo un pò nell’attesa della fine dei lavori dell’Etihad Campus.
Yaya Tourè trovo le porte dei bagni, a differenza di Kompany, ma il difensore ex Barcellona racconta come non si trovava a suo agio nel fare la doccia, l’impianto non sembrava affatto quello di una squadra con le ambizioni del City, era più un impianto da squadra di seconda categoria. La cosa infatti, lo preoccupava un pò, visto che il progetto City era imponente, ma quel centro sportivo mostrava altro.
Carrington sembrava un impianto di seconda divisione: all’inizio ero davvero preoccupato. Finiti gli allenamenti a volte non facevo la doccia lì perché non me la sentivo
Yaya Tourè
Un’altra cosa che lo lasciava un pò di stucco era vedere alle spalle del campo di allenamento gruppi di cavalli vagare da soli
Ricordo di aver detto a mio fratello – il difensore Kolo Toure – ‘Il club vuole ottenere risultati, ma le cose devono cambiare
Yaya Tourè
LEGGI ANCHE: City Football Club, compra il Bahia un affare da quasi 200 milioni di Euro
Il Manchester City prima dello sceicco era un club povero
In quel periodo nessuno pensava che il Manchester City, gestito dal City Group potesse raggiungere certi livelli. – i livelli che oggi conosciamo –
L’arrivo di Gareth Barry infatti, venne visto in malo modo dalla stampa e dai tifosi del paese. Un giocatore bandiera che approda in una squadra in quel momento vista come una squadra senza logica, una squadra di plastica di proprietà straniera.
Il racconto di Brian Marwood – volto visto anche a Palermo e che ha salutato in ritiro i ragazzi di corini – spiega anche questo. L’arrivo di Barry etichettato come il classico giocatore che va per soldi e non per gloria.
“Ricordo che accompagnai Gareth Barry ed eravamo in macchina”, racconta Brian Marwood che prosegue dicendo
La radio era accesa e parlava di lui, che stava per firmare, dicendo che il City lo stava prendendo in giro, e altre cose del genere: ‘Non vincerà nulla al City, sta andando lì solo per i soldi, il club di plastica, i proprietari stranieri entrano e uccidono il gioco, questi ragazzi sono mercenari…’. Gli chiesi: ‘Vuoi che spenga?’ e lui mi disse ‘No, voglio ascoltarlo’. Poi aggiunse: ‘Non mi dà fastidio, lo ricorderò solo perché voglio mostrare a queste persone che si sbagliano’. Ed è anche grazie a persone giuste come Gareth che ora siamo dove siamo
Brian Mawood
Questa è la storia del Manchester City, una squadra che prima dell’arrivo dello sceicco Monsur non aveva neanche le porte dei bagni.
L’arrivo del City Group, con anni di lavoro minuzioso, organizzazione e investimenti fatti bene hanno dato vita oggi, a quella che è la squadra più organizzata del Mondo.
LEGGI ANCHE: Mirri, come nasce trattativa con CityClub. Il Barbera verrà modernizzato. Centro sportivo 6Milioni di investimento