Valente: Il prossimo anno mi sposo, la mia vita è semplice, amo stare a casa con la mia famiglia

Nicola Valente il giocatore che ha cambiato il volto di questo Palermo appena è stato chiamato in causa

Nicola Valente, un giocatore all’apice della sua maturità mentale e fisica, arriva a 31 anni in serie B per la prima volta e si sta muovendo come un veterano della categoria.
Quando è stato chiamato per sostituire il compagno infortunato – Salvatore Elia -, l’esterno d’attacco ha risposto subito presente. Prestazioni da gigante in una categoria dove non è semplice emergere.
Nicola si racconta, una vita normale la sua, portare la figlia a scuola, si allena e tornare a casa dalla famiglia, questa la conduzione della sua giornata, non ama i social ma ama molto i tatuaggi.

Mia figlia Stella? Noi la cercavamo da un bel po’, eravamo qui a Palermo e mi ha deto la notizia la mattina prima di un allenamento. Ed è stato bellissimo. Affronto la vita come le persone normali: porto la bambina all’asilo, mi alleno e vivo in modo normale. Noi giocatori tendiamo a non mangiare troppo, non sono uno che esce molto. Mi piace stare a casa con la mia famiglia. La pasta al forno e l’arancina? Si assaggiano, ma senza esagerare. Sono poco social. Tatuaggi? Ne ho tantissimo, quello sul polso è il più importante: le coordinate dove ci siamo conosciuti io e la mia ragazza. L’anno prossimo diventerà mia miglie.

Poi qualche battuta sul compagno di reparto, Matteo Brunori. I due hanno un rapporto speciale, si capiscono benissimo in campo e fuori. Brunori? Abbiamo un bel rapporto, ci capiamo in campo e fuori il campo. Stiamo bene insieme – spiega il giocatore rosanero -.

L’amore verso i tifosi rosanero, un tifo unico a Palermo

Il Barbera, la casa del Palermo, che si accende con i propri tifosi che spingono al massimo i decibel quando la squadra vince ma anche quando la squadra ha bisogno del sostegno. Nicola Valente lo sa benissimo e per questo ricorda alcuni momenti che sono rimasti impressi nella sua mente.

I tifosi sono uno spettacolo, è impareggiabile il tifo qui. Vengono i brividi quando entri in campo, anche durante il riscaldamento.
Ho due ricordi fissi: l’espulsione con l’Ascoli tra gli applausi del pubblico, volelo ringraziarli, e l’entrata in campo col Sudtirol. Emozioni che non ho mai vissuto in vita. Quando vieni applaudito e i tifosi ti vogliono bene

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